Paco Rabanne, per la prima volta nella storia della moda, realizza abiti con metallo, plastica, carta, materiali del tutto ‘inconcepibili’.
Inventa, con le sue azzardate creazioni, una nuova relazione tra abito e corpo, giocata sul concetto di “non-portabilità”: una non-portabilità ostentata ed esplicitamente rivendicata in nome della modernità.
Lui stesso narra la genesi di questa idea anticonformista, avvenuta alla metà degli anni ’60: «… seguivo non solo l’aria, ma anche l’arte del tempo. Una rivoluzione fantastica, armata di nuovi materiali.
L’architettura rinunciava alla pietra, la pittura alla tela, la scultura al marmo. I fili di ferro di Soto, il neon di Martial Raysse e i mobili gonfiabili invadevano le gallerie. A mia volta, nell’ambito di una società in piena mutazione, invece che ago e filo, ho scelto la pinza e il cannello. Cerchi di rhodoid, triangoli di alluminio legati assieme con anelli e rivetti metallici: defilé scandalosi di vestiti non portabili»
La non-portabilità come provocazione, nella scelta dei materiali e, soprattutto, nella modalità di realizzazione: la giustapposizione di moduli geometrici, assemblati per mezzo di anelli metallici, rompe l’illusione del tessuto continuo, esponendo il corpo ad una visibilità intermittente. La seduzione si sprigiona da tutto il corpo, non più solo da quelle aree tipiche della cultura convenzionale.
Paco Rabanne, per la prima volta nella storia della moda, realizza abiti con metallo, plastica, carta, materiali del tutto ‘inconcepibili’.
Inventa, con le sue azzardate creazioni, una nuova relazione tra abito e corpo, giocata sul concetto di “non-portabilità”: una non-portabilità ostentata ed esplicitamente rivendicata in nome della modernità.
Lui stesso narra la genesi di questa idea anticonformista, avvenuta alla metà degli anni ’60: «… seguivo non solo l’aria, ma anche l’arte del tempo. Una rivoluzione fantastica, armata di nuovi materiali.
L’architettura rinunciava alla pietra, la pittura alla tela, la scultura al marmo. I fili di ferro di Soto, il neon di Martial Raysse e i mobili gonfiabili invadevano le gallerie. A mia volta, nell’ambito di una società in piena mutazione, invece che ago e filo, ho scelto la pinza e il cannello. Cerchi di rhodoid, triangoli di alluminio legati assieme con anelli e rivetti metallici: defilé scandalosi di vestiti non portabili»
La non-portabilità come provocazione, nella scelta dei materiali e, soprattutto, nella modalità di realizzazione: la giustapposizione di moduli geometrici, assemblati per mezzo di anelli metallici, rompe l’illusione del tessuto continuo, esponendo il corpo ad una visibilità intermittente. La seduzione si sprigiona da tutto il corpo, non più solo da quelle aree tipiche della cultura convenzionale.