Dopo un breve interesse per l’architettura e un tirocinio nello studio di Le Corbusier, Horst P. Horst si avvicina alla fotografia con l’amico George Hoyningen-Huene, celebre fotografo di Vogue.
Janet Flanner, giornalista del New Yorker, scopre le sue opere in una piccola galleria a Parigi e Condé Nast, proprietario di Vogue, lo chiama a New York dove Horst inizia a lavorare come fotografo di moda. Da allora, per oltre sessanta anni, Horst P. Horst si dedica alla fotografia. Moda e still-life, ritratti e nudi: settantacinque fotografie, di cui la più parte vintage, evocano in questa mostra il rigoroso e leggendario lavoro di uno dei più celebri fotografi di moda di tutti i tempi. Horst è il primo fotografo, negli anni ’30, a sperimentare una nuova luce sulle modelle e i personaggi che immortala, aggiungendo all’immagine elegante e sofisticata qualcosa di misterioso e surreale. Nelle sue fotografie tutto sembra magicamente trasformarsi: semplici assi di legno diventano raffinati mobili, rotoli di carta, antiche colonne e figure di gesso, statue di marmo. Le sue donne sono olimpiche, irraggiungibili, richiamano le pose della scultura greca e della pittura classica: ogni dettaglio, dalla posizione delle mani all’uso dei trompe l’oeil, contribuisce ad evocare un altro mondo, fatti di bellezza, eleganza e stile.
Dopo un breve interesse per l’architettura e un tirocinio nello studio di Le Corbusier, Horst P. Horst si avvicina alla fotografia con l’amico George Hoyningen-Huene, celebre fotografo di Vogue.
Janet Flanner, giornalista del New Yorker, scopre le sue opere in una piccola galleria a Parigi e Condé Nast, proprietario di Vogue, lo chiama a New York dove Horst inizia a lavorare come fotografo di moda. Da allora, per oltre sessanta anni, Horst P. Horst si dedica alla fotografia. Moda e still-life, ritratti e nudi: settantacinque fotografie, di cui la più parte vintage, evocano in questa mostra il rigoroso e leggendario lavoro di uno dei più celebri fotografi di moda di tutti i tempi. Horst è il primo fotografo, negli anni ’30, a sperimentare una nuova luce sulle modelle e i personaggi che immortala, aggiungendo all’immagine elegante e sofisticata qualcosa di misterioso e surreale. Nelle sue fotografie tutto sembra magicamente trasformarsi: semplici assi di legno diventano raffinati mobili, rotoli di carta, antiche colonne e figure di gesso, statue di marmo. Le sue donne sono olimpiche, irraggiungibili, richiamano le pose della scultura greca e della pittura classica: ogni dettaglio, dalla posizione delle mani all’uso dei trompe l’oeil, contribuisce ad evocare un altro mondo, fatti di bellezza, eleganza e stile.