Eikoh Hosoe è un mito della fotografia in Giappone e uno dei grandi maestri contemporanei.
Per la prima volta, espone alla Galleria Carla Sozzani le stampe al platino, realizzate in unico esemplare, delle serie Ba-ra-Kei e Kamaitachi.
“La fotografia, in genere, provoca opposizione fra documentazione (oggettività) ed espressione personale (soggettività).
Nel mio lavoro, ho voluto far coesistere queste due concezioni, a priori opposte,
e fonderle in modo complementare.
Ho immaginato una forma sferica come la Terra, il polo Nord rappresenta l’oggettività e il Sud la soggettività. Ho, quindi, immaginato, un viaggiatore, il fotografo, libero di percorrere questa sfera, di esplorare territori sconosciuti e di fermarsi dove vuole. Sono queste diversità e libertà che cerco di esaltare nel mio lavoro.
Le due serie, Ba-ra-Kei del 1961-62 e Kamaitachi del 1965-68, sono esemplari del mio concetto di ‘documentario soggettivo’, che colloco in qualche luogo fra il polo Sud e Nord.”
Eikoh Hosoe è un mito della fotografia in Giappone e uno dei grandi maestri contemporanei.
Per la prima volta, espone alla Galleria Carla Sozzani le stampe al platino, realizzate in unico esemplare, delle serie Ba-ra-Kei e Kamaitachi.
“La fotografia, in genere, provoca opposizione fra documentazione (oggettività) ed espressione personale (soggettività).
Nel mio lavoro, ho voluto far coesistere queste due concezioni, a priori opposte,
e fonderle in modo complementare.
Ho immaginato una forma sferica come la Terra, il polo Nord rappresenta l’oggettività e il Sud la soggettività. Ho, quindi, immaginato, un viaggiatore, il fotografo, libero di percorrere questa sfera, di esplorare territori sconosciuti e di fermarsi dove vuole. Sono queste diversità e libertà che cerco di esaltare nel mio lavoro.
Le due serie, Ba-ra-Kei del 1961-62 e Kamaitachi del 1965-68, sono esemplari del mio concetto di ‘documentario soggettivo’, che colloco in qualche luogo fra il polo Sud e Nord.”