Un centinaio di fotografie evocano, in questa retrospettiva, il suo percorso tra moda e still life, ritratti e reportage.
“Non è un uomo comune” dice di lui Richard Avedon “E’ uno dei rari artisti della storia della fotografia. Hiro riesce a tradurre in immagini le sue paure, la sua solitudine, i suoi lati oscuri e la sua luce”.
Eterno viaggiatore, straniero tra stranieri, Hiro elabora il proprio universo, popolato di immagini della Cina e del Giappone, scene di cui è stato testimone e che ha in seguito ricreato e condiviso preferendo esprimere l’instabilità, allo stesso tempo bella e dolorosa, della sua infanzia piuttosto che interiorizzarla.
Il suo rapporto con la fotografia è complesso: legato all’estetica orientale, indaga lo scoprirsi, l’esporsi dell’ oggetto attraverso la paziente attesa. Una sorta di sospensione Zen, dove sia gli oggetti più comuni che quelli più ricercati appaiono sotto la stessa luce ed elaborazione concettuale.
La perfezione e l’accurata costruzione delle fotografie di Hiro conduce ad una sorta di contemplazione visuale dove l’oggetto è svelato nel suo aspetto più singolare e dove, attraverso il gioco sapiente di chiaro-scuri ed effetti ottici, è restituito al suo contesto immaginario.
Un centinaio di fotografie evocano, in questa retrospettiva, il suo percorso tra moda e still life, ritratti e reportage.
“Non è un uomo comune” dice di lui Richard Avedon “E’ uno dei rari artisti della storia della fotografia. Hiro riesce a tradurre in immagini le sue paure, la sua solitudine, i suoi lati oscuri e la sua luce”.
Eterno viaggiatore, straniero tra stranieri, Hiro elabora il proprio universo, popolato di immagini della Cina e del Giappone, scene di cui è stato testimone e che ha in seguito ricreato e condiviso preferendo esprimere l’instabilità, allo stesso tempo bella e dolorosa, della sua infanzia piuttosto che interiorizzarla.
Il suo rapporto con la fotografia è complesso: legato all’estetica orientale, indaga lo scoprirsi, l’esporsi dell’ oggetto attraverso la paziente attesa. Una sorta di sospensione Zen, dove sia gli oggetti più comuni che quelli più ricercati appaiono sotto la stessa luce ed elaborazione concettuale.
La perfezione e l’accurata costruzione delle fotografie di Hiro conduce ad una sorta di contemplazione visuale dove l’oggetto è svelato nel suo aspetto più singolare e dove, attraverso il gioco sapiente di chiaro-scuri ed effetti ottici, è restituito al suo contesto immaginario.