In mostra alla Galleria Carla Sozzani tre video-istallazioni realizzate dall’artista Gary Hill.
Proiettate su monitor scorrono alcune coppie di oggetti: un pantalone e un ventaglio; una mela e un giroscopio; una casa e un cervello.
Le immagini crete virtualmente al computer, si muovono lentamente, interagendo tra loro. Lo spettatore – coinvolto attivamente in virtù di una considerazione attenta dello spazio espositivo – oltre ad essere sollecitato da processi interattivi è sottoposto in molti casi a scarti di scala che producono effetti di sfasamento proporzionale e di spiazzamento emotivo.
Attraverso una combinazione di elementi visivi espaziali la struttura stessa dell’opera rende sensibili i meccanismi mentali e percettivi, il fluire dei pensieri nella testa. Anche per questo è frequente, nelle opere dell’artista, la presenza dello stesso corpo e della sua voce, che attraverso l’uso della videocamera possono assumere un’evidenza particolare. Ne derivano immagini intense che creano uno stato di sospenzione e invitano all’ascolto o alla visione attenta.
La prima edizione della serie Liminal Objects #1 è stata presentata alla Galleria Lia Rumma di Napoli nel 1966.
In mostra alla Galleria Carla Sozzani tre video-istallazioni realizzate dall’artista Gary Hill.
Proiettate su monitor scorrono alcune coppie di oggetti: un pantalone e un ventaglio; una mela e un giroscopio; una casa e un cervello.
Le immagini crete virtualmente al computer, si muovono lentamente, interagendo tra loro. Lo spettatore – coinvolto attivamente in virtù di una considerazione attenta dello spazio espositivo – oltre ad essere sollecitato da processi interattivi è sottoposto in molti casi a scarti di scala che producono effetti di sfasamento proporzionale e di spiazzamento emotivo.
Attraverso una combinazione di elementi visivi espaziali la struttura stessa dell’opera rende sensibili i meccanismi mentali e percettivi, il fluire dei pensieri nella testa. Anche per questo è frequente, nelle opere dell’artista, la presenza dello stesso corpo e della sua voce, che attraverso l’uso della videocamera possono assumere un’evidenza particolare. Ne derivano immagini intense che creano uno stato di sospenzione e invitano all’ascolto o alla visione attenta.
La prima edizione della serie Liminal Objects #1 è stata presentata alla Galleria Lia Rumma di Napoli nel 1966.