Guy Peellaert è uno straordinario inventore di immagini, rivoluzionario e trasgressivo i suoi racconti visuali giocano ambigui fra credibilità e assurdo.
Studia arte a Bruxelles e lavora come scenografo per il teatro, ma nel 1966 pubblica la sua prima storia a fumetti ‘Les adventures de Jodelle’.
L’anno seguente, crea il personaggio di ‘Pravda la Survireuse’ (Pravda la Sbandata), uno dei primi fumetti francesi in cui erotismo e cultura pop si combinano in pirotecnica sequenza di situazioni. Peellaert si ispira a Françoise Hardy per creare la sua eroina, un’amazzone moderna, vestita di cuoio che cavalca una potente motocicletta. Le avventure di Pravda si svolgono in una città del futuro, popolata da un’umanità degenere.
E’ l’incontro con Nick Cohn, profondo conoscitore della musica rock e autore della novella dalla quale sarà tratta la sceneggiatura per il film cult ‘La febbre del sabato sera’, ad imprimere una svolta determinante nel lavoro di Guy Peellaert. ‘Ladro’ di fotografie, Peellaert illustra la ricostruzione fantastica dei miti del rock scritta da Cohn.
Tutti gli eroi della musica pop e rock (Elvis, Ray Charles, Sinatra, Hendrix, Rolling Stones, Beatles, Lina Turner, Stevie Wonder, e molti altri) sono interpretati in sintonia con l’immaginazione del fanatismo adolescenziale.
Il libro ‘Rock Dreams’ che ottiene un immediato successo, è un mito intramontabile della letteratura a fumetti.
Per molti anni Peellaert si allontana dal mondo dell’illustrazione per dedicarsi alla pittura e ad altri progetti. Ricompare all’improvviso sulla scena internazionale con un lavoro come prima nessuno aveva mai osato.
‘Rêves du 20ème siècle’ (Sogni del Ventesimo secolo), in collaborazione ancora una volta con Cohn che elabora i testi, è l’espressione più audace dell’immaginazione.
Sono incontri improbabili, e del tutto impossibili, fra uomini politici e della finanza internazionale, attrici, cantanti e protagonisti del jet set che, nella vita reale, sicuramente non si sono neppure sfiorati.
Al di là del divertimento e del fascino della creazione artistica, Peellaert ‘scrive’ un’altra storia, parallela, del secolo appena spirato e si intravede chiara la sua attenzione alla realtà sociale. E, chissà, se quegli incontri fossero davvero avvenuti, la storia di un secolo sarebbe stata diversa, e decisamente più gioiosa.
E’ un ‘ladro’ di fotografie perché le sue tavole, ricercatissime in ogni dettaglio, nella surrealistica raffigurazione e nell’uso sapiente dei colori, sono composte con note immagini fotografiche apparse sulle riviste d’informazione.
Un lavoro paziente di ricerca che denuncia una cultura avida e un interesse profondo per l’universo dei mass media, pilota attuale della nostra vita.
Guy Peellaert è uno straordinario inventore di immagini, rivoluzionario e trasgressivo i suoi racconti visuali giocano ambigui fra credibilità e assurdo.
Studia arte a Bruxelles e lavora come scenografo per il teatro, ma nel 1966 pubblica la sua prima storia a fumetti ‘Les adventures de Jodelle’.
L’anno seguente, crea il personaggio di ‘Pravda la Survireuse’ (Pravda la Sbandata), uno dei primi fumetti francesi in cui erotismo e cultura pop si combinano in pirotecnica sequenza di situazioni. Peellaert si ispira a Françoise Hardy per creare la sua eroina, un’amazzone moderna, vestita di cuoio che cavalca una potente motocicletta. Le avventure di Pravda si svolgono in una città del futuro, popolata da un’umanità degenere.
E’ l’incontro con Nick Cohn, profondo conoscitore della musica rock e autore della novella dalla quale sarà tratta la sceneggiatura per il film cult ‘La febbre del sabato sera’, ad imprimere una svolta determinante nel lavoro di Guy Peellaert. ‘Ladro’ di fotografie, Peellaert illustra la ricostruzione fantastica dei miti del rock scritta da Cohn.
Tutti gli eroi della musica pop e rock (Elvis, Ray Charles, Sinatra, Hendrix, Rolling Stones, Beatles, Lina Turner, Stevie Wonder, e molti altri) sono interpretati in sintonia con l’immaginazione del fanatismo adolescenziale.
Il libro ‘Rock Dreams’ che ottiene un immediato successo, è un mito intramontabile della letteratura a fumetti.
Per molti anni Peellaert si allontana dal mondo dell’illustrazione per dedicarsi alla pittura e ad altri progetti. Ricompare all’improvviso sulla scena internazionale con un lavoro come prima nessuno aveva mai osato.
‘Rêves du 20ème siècle’ (Sogni del Ventesimo secolo), in collaborazione ancora una volta con Cohn che elabora i testi, è l’espressione più audace dell’immaginazione.
Sono incontri improbabili, e del tutto impossibili, fra uomini politici e della finanza internazionale, attrici, cantanti e protagonisti del jet set che, nella vita reale, sicuramente non si sono neppure sfiorati.
Al di là del divertimento e del fascino della creazione artistica, Peellaert ‘scrive’ un’altra storia, parallela, del secolo appena spirato e si intravede chiara la sua attenzione alla realtà sociale. E, chissà, se quegli incontri fossero davvero avvenuti, la storia di un secolo sarebbe stata diversa, e decisamente più gioiosa.
E’ un ‘ladro’ di fotografie perché le sue tavole, ricercatissime in ogni dettaglio, nella surrealistica raffigurazione e nell’uso sapiente dei colori, sono composte con note immagini fotografiche apparse sulle riviste d’informazione.
Un lavoro paziente di ricerca che denuncia una cultura avida e un interesse profondo per l’universo dei mass media, pilota attuale della nostra vita.