La Galleria Carla Sozzani presenta diciotto fotografie vintage di Tina Modotti, una delle personalità più avvincenti dell’intera storia della fotografia.
La vita di Tina Modotti, bellissima e travolgente, è un romanzo di appassionante trama che, esplorata da decine di biografie, rimane ancora oscura in alcuni anfratti. Arte, sesso, trasgressione, politica… un labirinto che spesso ha compromesso, con ambiguità, l’obiettiva valutazione di un’artista.
Le sobrie fotografie a carattere politico, assai note, sono parte ormai dell’immaginario collettivo quali simboli dell’eterna lotta per la giustizia e la libertà. Ma la sua produzione è stata molto ricca e soltanto di recente recuperata dall’oblio.
Sia pure nel breve periodo di sette anni – dal 1923 al 1930 – realizzò un patrimonio di immagini fino a oggi ignorate: ritratti, scene di vita quotidiana e piccoli eventi, architettura e paesaggi, sempre risolte con la maestria di un equilibrio compositivo molto originale e con la grazia disciplinata di chi usa lo strumento fotografico per raccontare davvero le minime storie dell’umanità.
Soltanto pochi anni di fotografia, eppure con la sua visione fresca e libera incide una delle più belle pagine della storia. Il suo atteggiamento nei confronti della realtà è flessibile, coglie armonie segrete con valenza simbolica e, nel contempo, le sue notazioni lievi sono pervase dall’attenzione intima ai dettagli, ritenuti insignificanti, dell’esistenza.
La Galleria Carla Sozzani presenta diciotto fotografie vintage di Tina Modotti, una delle personalità più avvincenti dell’intera storia della fotografia.
La vita di Tina Modotti, bellissima e travolgente, è un romanzo di appassionante trama che, esplorata da decine di biografie, rimane ancora oscura in alcuni anfratti. Arte, sesso, trasgressione, politica… un labirinto che spesso ha compromesso, con ambiguità, l’obiettiva valutazione di un’artista.
Le sobrie fotografie a carattere politico, assai note, sono parte ormai dell’immaginario collettivo quali simboli dell’eterna lotta per la giustizia e la libertà. Ma la sua produzione è stata molto ricca e soltanto di recente recuperata dall’oblio.
Sia pure nel breve periodo di sette anni – dal 1923 al 1930 – realizzò un patrimonio di immagini fino a oggi ignorate: ritratti, scene di vita quotidiana e piccoli eventi, architettura e paesaggi, sempre risolte con la maestria di un equilibrio compositivo molto originale e con la grazia disciplinata di chi usa lo strumento fotografico per raccontare davvero le minime storie dell’umanità.
Soltanto pochi anni di fotografia, eppure con la sua visione fresca e libera incide una delle più belle pagine della storia. Il suo atteggiamento nei confronti della realtà è flessibile, coglie armonie segrete con valenza simbolica e, nel contempo, le sue notazioni lievi sono pervase dall’attenzione intima ai dettagli, ritenuti insignificanti, dell’esistenza.