Andrew Bettles, fashion and still-life moda, natura morta
Alvin Booth, human body corpi in movimento
Alan Delaney, urban night landscapes notturni metropolitani
Kevin Griffin, landscapes paesaggi
Allan Christopher Jenkins, still-life natura morta
Malcolm Pasley, flowers and nudes piante, fiori, nudi
Platon, fashion and portarits moda, ritratti
“Schiaccia il bottone, al resto pensiamo noi”, così ammiccava lo slogan della Kodak qualche tempo fa. È forse questo il significato della fotografia? Anche loro, non solo. La fotografia intesa come dispensatrice d’immagini è ovunque: sugli autobus, i muri, le riviste, i cibi, ect, si è così abituati da sottovalutare il valore educativo. Nata come “arte povera”, oggi è a pieno diritto, insieme a pittura, scultura e architettura, uno dei mezzi espressivi più incisivi dell’arte contemporanea. Dalla fotografia simbolo-narrativa di Warhol a quella concettuale della Sherman, fino alle immagini virtuali e al digitale, la fotografia ha assunto forme diverse: nelle dimensioni, nella tecnica di stampa, nella riproduzione unica o limitata.
LONDON GROUP SHOW si colloca in quest’ambito
È dedicata a 7 autori del presente: artisti legati dall’uso peculiare del linguaggio fotografico. Ciò che li separa dai predecessori moderni è il fatto di mettere in discussione le premesse dell’arte e dell’estetica, cogliendo le eterne tematiche del nudo, della natura e del paesaggio, in modo istintivo, non convenzionale, con tecniche e modi nuovi. La maggior parte di loro usa la fotografia, ma non l’ha studiata. Il messaggio culturale nasce dalla sperimentazione, dalla manipolazione, ponendo la priorità sulla scelta e la ricezione del fruitore, anziché sulla qualità d’utilizzo
LONDON GROUP SHOW
Andrew Bettles, fashion and still-life moda, natura morta
Alvin Booth, human body corpi in movimento
Alan Delaney, urban night landscapes notturni metropolitani
Kevin Griffin, landscapes paesaggi
Allan Christopher Jenkins, still-life natura morta
Malcolm Pasley, flowers and nudes piante, fiori, nudi
Platon, fashion and portarits moda, ritratti
“Schiaccia il bottone, al resto pensiamo noi”, così ammiccava lo slogan della Kodak qualche tempo fa. È forse questo il significato della fotografia? Anche loro, non solo. La fotografia intesa come dispensatrice d’immagini è ovunque: sugli autobus, i muri, le riviste, i cibi, ect, si è così abituati da sottovalutare il valore educativo. Nata come “arte povera”, oggi è a pieno diritto, insieme a pittura, scultura e architettura, uno dei mezzi espressivi più incisivi dell’arte contemporanea. Dalla fotografia simbolo-narrativa di Warhol a quella concettuale della Sherman, fino alle immagini virtuali e al digitale, la fotografia ha assunto forme diverse: nelle dimensioni, nella tecnica di stampa, nella riproduzione unica o limitata.
LONDON GROUP SHOW si colloca in quest’ambito
È dedicata a 7 autori del presente: artisti legati dall’uso peculiare del linguaggio fotografico. Ciò che li separa dai predecessori moderni è il fatto di mettere in discussione le premesse dell’arte e dell’estetica, cogliendo le eterne tematiche del nudo, della natura e del paesaggio, in modo istintivo, non convenzionale, con tecniche e modi nuovi. La maggior parte di loro usa la fotografia, ma non l’ha studiata. Il messaggio culturale nasce dalla sperimentazione, dalla manipolazione, ponendo la priorità sulla scelta e la ricezione del fruitore, anziché sulla qualità d’utilizzo