Le religioni dell’Himalaya, che spaziano dal Terai, fertile pianura sul confine tra Nepal e India, alla temperata vallata di Kathmandu, da Arunachal Pradesh, zona montuosa dove l’India confina con Tibet e Cina, fino ai ghiacciai eterni del Bhutan e del Tibet sono un vero e proprio “puzzle” di razze: caucasiche, mongole e indiane, che mescolano le antiche tradizioni animiste con il buddismo e l’induismo.
Per questi popoli la maschera non è una semplice immagine, ma un medium con il mondo del soprannaturale, una strumento che permette di comunicare con le forze divine della natura, della fecondità, della morte.
Le religioni dell’Himalaya, che spaziano dal Terai, fertile pianura sul confine tra Nepal e India, alla temperata vallata di Kathmandu, da Arunachal Pradesh, zona montuosa dove l’India confina con Tibet e Cina, fino ai ghiacciai eterni del Bhutan e del Tibet sono un vero e proprio “puzzle” di razze: caucasiche, mongole e indiane, che mescolano le antiche tradizioni animiste con il buddismo e l’induismo.
Per questi popoli la maschera non è una semplice immagine, ma un medium con il mondo del soprannaturale, una strumento che permette di comunicare con le forze divine della natura, della fecondità, della morte.