L’origine delle murrine sembra sia asiatica. Le prime murrine giunte a Roma sarebbero state quelle prese da Pompeo con i tesori di Mitridate nel 61 a.c.
Plinio dice che le murrine provenivano dall’oriente, dal regno dei Parti, e considera la murrina (murrha) tra le gemme. Gli antichi infatti classificavano le gemme con criteri diversi da quelli di oggi , guardando più che altro a certe singolarità estetiche.
Ai tempi dell’impero si fecero di murrina anche i recipienti per vivande e nel lusso delle mense romane le murrine si usavano di preferenza per le bevande calde. I prezzi erano altissimi: 70 mila sesterzi sarebbe stata pagata ai tempi di Claudio una tazza di murrine della capacità di circa un litro. Nerone ne possedeva una da 200 mila lire oro.
La tecnica del vetro-mosaico o “murrino” viene ripresa quasi 2000 anni dopo, nel 1800, dai maestri vetrari di Murano.
L’origine delle murrine sembra sia asiatica. Le prime murrine giunte a Roma sarebbero state quelle prese da Pompeo con i tesori di Mitridate nel 61 a.c.
Plinio dice che le murrine provenivano dall’oriente, dal regno dei Parti, e considera la murrina (murrha) tra le gemme. Gli antichi infatti classificavano le gemme con criteri diversi da quelli di oggi , guardando più che altro a certe singolarità estetiche.
Ai tempi dell’impero si fecero di murrina anche i recipienti per vivande e nel lusso delle mense romane le murrine si usavano di preferenza per le bevande calde. I prezzi erano altissimi: 70 mila sesterzi sarebbe stata pagata ai tempi di Claudio una tazza di murrine della capacità di circa un litro. Nerone ne possedeva una da 200 mila lire oro.
La tecnica del vetro-mosaico o “murrino” viene ripresa quasi 2000 anni dopo, nel 1800, dai maestri vetrari di Murano.