L’installazione di Kris Ruhs si configura come una riflessione sulla dialettica tra pieni e vuoti, tra contenitore e contenuto. L’artista spezza l’unità di questa dialettica e sceglie di dare voce al contenitore, ad una stanza appunto, da vivere come dimensione a sé stante e concepita non per ospitare mobili. La galleria si presenta come spazio unitario, senza soluzione di continuità. Un’enorme stanza senza finestre, le pareti dipinte a motivi che si ripetono; uno spazio percepibile e circoscrivibile dallo sguardo che non incontra, nel suo percorso, nessun ostacolo. In una occasione dedicata alle forme che circoscrivono lo spazio, lo spezzano, lo occupano, lo rendono dimensione neutra, meramente contenitiva, l’opera di Kris Ruhs vuole restituire e proporre una prospettiva di spazio puro. Luogo da rispettare e preservare invece che riempire, in cui raccogliersi, da cui essere avvolti, smaterializzato dalla dimensione evocativa.
L’installazione di Kris Ruhs si configura come una riflessione sulla dialettica tra pieni e vuoti, tra contenitore e contenuto. L’artista spezza l’unità di questa dialettica e sceglie di dare voce al contenitore, ad una stanza appunto, da vivere come dimensione a sé stante e concepita non per ospitare mobili. La galleria si presenta come spazio unitario, senza soluzione di continuità. Un’enorme stanza senza finestre, le pareti dipinte a motivi che si ripetono; uno spazio percepibile e circoscrivibile dallo sguardo che non incontra, nel suo percorso, nessun ostacolo. In una occasione dedicata alle forme che circoscrivono lo spazio, lo spezzano, lo occupano, lo rendono dimensione neutra, meramente contenitiva, l’opera di Kris Ruhs vuole restituire e proporre una prospettiva di spazio puro. Luogo da rispettare e preservare invece che riempire, in cui raccogliersi, da cui essere avvolti, smaterializzato dalla dimensione evocativa.