Era quel genere di giornata da film noir a Milano. Il sole stava cercando di penetrare tra le nuvole che si muovevano veloci mentre noi cercavamo un lungo vicolo per lo studio di Kris. Ovviamente non c’era un numero civico – non c’era nemmeno il nome RUHS inciso nel metallo del grande portone industriale all’ingresso. Finalmente Kris uscì, si aggirava nei suoi abiti da lavoro come un personaggio dell’opera teatrale ‘Uomini e topi’ di John Steinbeck. Siamo entrati, e lui rispose con il suo modo dolce di parlare, mentre noi ci complimentavamo per i disegni e le sculture che riempivano lo spazio, “La luce è bella qui dentro.” Il mio esposimetro segnava un’apertura di diaframma di appena f/ 2.8 ad 1/15. Mi venne in mente quando avevo fotografato Balthus nel suo studio in Svizzera, costruito direttamente nella terra. Lì, a malapena, sono riuscito a leggere il mio esposimetro. Era abbastanza tardi quando arrivammo al club di boxe, ma non me ne accorsi nemmeno perché ero già occupato a fotografare i combattenti sul ring, che si tiravano feroci pugni l’uno l’altro, imprecando in italiano; come diceva Kris in modo rassicurante, “Non ti preoccupare, amerai la luce.” Bruce Weber Nel 2003 Bruce ha visitato lo studio di Kris, nuovamente quindi nel 2011 e nel 2014, ha scattato una serie di fotografie. Una collaborazione tra artisti. Questa mostra è la memoria di quei giorni e di questa amicizia.
Era quel genere di giornata da film noir a Milano. Il sole stava cercando di penetrare tra le nuvole che si muovevano veloci mentre noi cercavamo un lungo vicolo per lo studio di Kris. Ovviamente non c’era un numero civico – non c’era nemmeno il nome RUHS inciso nel metallo del grande portone industriale all’ingresso. Finalmente Kris uscì, si aggirava nei suoi abiti da lavoro come un personaggio dell’opera teatrale ‘Uomini e topi’ di John Steinbeck. Siamo entrati, e lui rispose con il suo modo dolce di parlare, mentre noi ci complimentavamo per i disegni e le sculture che riempivano lo spazio, “La luce è bella qui dentro.” Il mio esposimetro segnava un’apertura di diaframma di appena f/ 2.8 ad 1/15. Mi venne in mente quando avevo fotografato Balthus nel suo studio in Svizzera, costruito direttamente nella terra. Lì, a malapena, sono riuscito a leggere il mio esposimetro. Era abbastanza tardi quando arrivammo al club di boxe, ma non me ne accorsi nemmeno perché ero già occupato a fotografare i combattenti sul ring, che si tiravano feroci pugni l’uno l’altro, imprecando in italiano; come diceva Kris in modo rassicurante, “Non ti preoccupare, amerai la luce.” Bruce Weber Nel 2003 Bruce ha visitato lo studio di Kris, nuovamente quindi nel 2011 e nel 2014, ha scattato una serie di fotografie. Una collaborazione tra artisti. Questa mostra è la memoria di quei giorni e di questa amicizia.